Arcangelo e Luca sono due pellegrini che stanno percorrendo la via Francisca del Lucomagno una tappa alla settimana. Sono partiti a inizio settembre dal Passo del Lucomagno e il 28 ottobre, dopo 6 tappe e 120 km, hanno concluso la parte svizzera raggiungendo l’Italia a Ponte Tresa.
“Siamo Arcangelo e Luca, un padre (63 anni) e un figlio (37 anni). Negli ultimi anni ciascuno di noi ha scoperto la bellezza e l’importanza del cammino per la propria vita. Insieme siamo andati a Santiago (2014); insieme abbiamo camminato sul Laugavegur in Islanda (2017); insieme, una tappa alla settimana, dal 2015, abbiamo percorso il “Cammino di sant’Agostino”, quello della “Rosa Rampicante”, la “Valle Dei Monaci”, la Via Francigena dal Gran San Bernardo a Piacenza e ora ci siamo avventurati sulla “Via Francisca del Lucomagno”.
Il camminare insieme ha cambiato, rafforzato e approfondito il nostro rapporto… e continua a farlo.
Abbiamo iniziato a settembre il progetto “La via Francisca del Lucomagno… in mattinata”. Si tratta di percorrere la via Francisca una tappa per volta nella mattina della settimana libera dagli impegni di lavoro.
Siamo partiti dal Passo del Lucomagno e in due mesi, proprio il 28 ottobre, abbiamo raggiunto l’Italia a Ponte Tresa.
Abbiamo incontrato ogni tipo di clima: sole, pioggia, nebbia… e perfino neve. I paesaggi estivi si sono trasformati in quelli autunnali, con i tipici colori e profumi, ricchi di castagne. Scendendo dal Passo del Lucomagno, circondati da scenografici monti svizzeri ci siamo addentrati nella valle di Blenio, incontrando tanti paesini di montagna, fuori dai comuni circuiti turistici ma molto caratteristici.
Proseguendo verso Biasca, poi, il percorso si è riempito di chiesette romaniche (una fra tutte San Carlo in Negrentino). Il cammino ci ha fatto scoprire Bellinzona, capitale del Canton Ticino, con i suoi castelli e il centro storico. Tra boschi, salite, discese e paesini rurali molto graziosi, siamo arrivati ad Agno, da cui si gode una splendida vista panoramica sul Lago di Lugano, e infine a Ponte Tresa, dove, a piedi, abbiamo attraversato la dogana e siamo entrati in Italia.
Il tratto svizzero della Via Francisca del Lucomagno non è segnato. In alcuni tratti, soprattutto quelli in montagna, segue sentieri esistenti, storici e naturalistici. È stato per noi indispensabile l’uso del GPS con le mappe degli Amici della Via Francisca del Lucomagno. Abbiamo faticato a trovare i sentieri nell’attraversamento di alcuni boschi, dove le tracce GPX diventavano imprecise.
È stato bello camminare in Svizzera. In questi mesi abbiamo sperimentato la proverbiale cura per l’ambiente, per i sentieri e per il verde pubblico. Non c’è stata volta in cui non abbiamo incrociato sul nostro cammino persone che tagliavano l’erba, sistemavano le siepi, si prendevano cura dei sentieri e del verde pubblico.
Qualche tempo fa, sapendo della nostra passione per i cammini, amici, parenti e conoscenti hanno iniziato a chiederci “ma lo sapete che la via Francigena passa da Gorla Minore? Ne parleranno durante un incontro in auditorium”. La cosa ci sembrava strana. Possibile che la via Francigena passi da Gorla, il nostro paese, e noi non lo sappiamo? Ci siamo informati e abbiamo scoperto che non si trattava della via Francigena ma
della via Francisca del Lucomagno, l’antico sentiero che collegava Costanza alla via Francigena, attraversando la Svizzera e la provincia di Varese fino a Pavia. Questa via stava per essere rivalorizzata.
Quale è stata la tappa più bella?
Sicuramente la prima: dal Passo del Lucomagno ad Aquila. Ogni inizio è caratterizzato da entusiasmo e trepidazione: come sarà questo nuovo cammino? Ce la faremo? Il sentiero sarà ben segnato? Così è stata la nostra partenza quest’anno. In più, all’ospizio del Lucomagno (1920 m), alle 7.30 di mattina, siamo stati sorpresi da una nevicata, inattesa il 6 di settembre. La neve e i paesaggi montani hanno reso epici i nostri primi passi sulla via Francisca.
Qual è stata invece la tappa più difficile?
Sicuramente quella da Vigana a Torricella, non tanto perché la strada fosse in salita o perchè la traccia da seguire non fosse chiara. È stata la tappa più difficile perchè abbiamo trovato più volte la via interrotta per lavori di manutenzione.
La prima volta, a Cadenazzo: il sentiero era chiuso e abbiamo proseguito sulla strada principale, in mezzo alle auto e agli operai che sistemavano il verde; abbiamo tentando una scorciatoia ma ci ha portati all’ingresso del Centro Logistico dell’Esercito Monteceneri. Più avanti, lungo il “Sentiero Panoramico” i cartelli segnalavano un’interruzione causa taglio alberi. Siamo passati ugualmente, proseguendo in un fosso stretto e profondo scavato nella terra. E alla fine, quando ormai eravamo a Torricella, i lavori in corso ci hanno costretti a un’altra deviazione per raggiungere la meta.
Raccontiamo dei nostri passi su: www.spuntieappuntivari.it”