Settima Tappa La Via Francisca del Lucomagno
Immersa nel verde del Parco del Ticino, la Caremma insegue da sempre il sogno dell’autosufficienza alimentare realizzando molteplici processi di produzione agricola e di trasformazioni che vanno dalle più tipiche culture di cereali ai tradizionali allevamenti del milanese, alla produzione in loco di numerosi salumi, alcuni dei quali in via d’estinzione.
Riso, frumento, orzo, segale, granoturco da polenta, prati intercalari, pisello e mais da granella per l’alimentazione animale, si legano all’ambiente attraverso la rotazione agricola. La presenza, tra un campo e l’altro, di siepi e filari di piante autoctone pregiate, è senza dubbio un modo per riqualificare la biodiversità.
La ricerca di specie vegetali e animali legate alla tradizione, spesso a rischio d’estinzione, per la riscoperta di sapori e ricette di una volta diventa sinergica al miglioramento di un paesaggio agrario che mano a mano sta assumendo l’aspetto delle campagne dell’ottocento, quando ancora l’agricoltura era finalizzata all’autoconsumo.
La reintroduzione della coltura della vite “maritata ad arativo”, attuata dopo una scrupolosa ricerca storica, in modo estensivo, così come avveniva nel passato, con l’adozione di uno dei vitigni più coltivati in questa zona, la Freisa, è un altro passo verso uno dei nostri obiettivi principali: far “assaporare” il territorio.
Settima Tappa La Via Francisca del Lucomagno
Immersa nel verde del Parco del Ticino, la Caremma insegue da sempre il sogno dell’autosufficienza alimentare realizzando molteplici processi di produzione agricola e di trasformazioni che vanno dalle più tipiche culture di cereali ai tradizionali allevamenti del milanese, alla produzione in loco di numerosi salumi, alcuni dei quali in via d’estinzione.
Riso, frumento, orzo, segale, granoturco da polenta, prati intercalari, pisello e mais da granella per l’alimentazione animale, si legano all’ambiente attraverso la rotazione agricola. La presenza, tra un campo e l’altro, di siepi e filari di piante autoctone pregiate, è senza dubbio un modo per riqualificare la biodiversità.
La ricerca di specie vegetali e animali legate alla tradizione, spesso a rischio d’estinzione, per la riscoperta di sapori e ricette di una volta diventa sinergica al miglioramento di un paesaggio agrario che mano a mano sta assumendo l’aspetto delle campagne dell’ottocento, quando ancora l’agricoltura era finalizzata all’autoconsumo.
La reintroduzione della coltura della vite “maritata ad arativo”, attuata dopo una scrupolosa ricerca storica, in modo estensivo, così come avveniva nel passato, con l’adozione di uno dei vitigni più coltivati in questa zona, la Freisa, è un altro passo verso uno dei nostri obiettivi principali: far “assaporare” il territorio.