“Avevo più di 50 anni quando ho scoperto il pellegrinaggio a piedi, prima per curiosità, poi per considerare con distacco una situazione professionale difficile: 2000 km in una volta sola, dalla Svizzera a Santiago de Compostela.
Incontri significativi, prima con me stesso, le mie capacità, i miei limiti, il mio “funzionamento”.
Poi con gli altri: pellegrini, indigeni, turisti, albergatori, che condividono con me una parte del loro cammino, una parte del loro essere. E, attraverso di loro, l’incontro con l’Essere, quello che Frédéric Lenoir chiama “Anima del mondo”.
A piedi sulle strade per Santiago, Assisi, Roma, Canterbury e infine la Via Francisca del Lucomagno, scopro i luoghi in modo diverso che in auto.
La bellezza dei paesaggi insoliti e della lingua locale, i sapori della cucina, la vita dei locali. Storia e cultura prendono volti. E, nella vulnerabilità del camminatore, scopro l’ospitalità di persone meravigliose, in incontri che mi sembrano preparati, guidati. Momenti che rafforzano la mia
fede; è difficile credere che siano frutto del caso.
Esperienze che mi spingono ad aprirmi a questo tipo di incontro anche nella cosiddetta vita normale, a casa mia, nella quotidianità.”